La gratitudine, quel sentimento di riconoscenza che in finanza limita la conoscenza
Per quanto la psicologia nello studio e nel trattamento delle funzioni psichiche tenda sempre di più a rivalutare il sentimento di gratitudine, considerandolo come il primo passo verso la consapevolezza, in finanza invece la riconoscenza è una conseguenza che mette il bastone tra le ruote. In effetti, nella scelta di uno strumento finanziario sul quale si intende operare, che sia un’azione, un titolo o un cross valutario, molto spesso si viene condizionati da fattori esterni che poco c’entrano con gli aspetti di carattere tecnico.
Ad esempio, quando su una coppia di valute abbiamo realizzato un guadagno, nella mente rimane sia la piacevole sensazione del profitto conseguito sia il ticker dello strumento finanziario con il quale si è fatto trading. Per cui se ieri ho venduto Euro/Dollaro (EUR/USD) conseguendo un buon profitto, è probabile che d’ora in avanti guarderò questa coppia di valute con più attenzione. Scatta quindi nella nostra psiche quel bias di gratitudine e riconoscenza in base al quale un asset che ci ha fatto guadagnare in passato ci farà guadagnare anche in futuro.
Si è quindi portati ad aprire nuove posizioni sullo stesso rapporto di cambio non tanto per le reali opportunità che fornisce quanto perché da quel cross in passato abbiamo ricavato soldi e vorremmo in qualche modo ricompensarlo, concedendogli ancora la nostra fiducia. La psiche umana in realtà tende a scegliere le attività economiche che in precedenza hanno restituito soddisfazioni, così da far rimanere il trader all’interno di una sorta di “zona comfort” che solo apparentemente lo fa sentire al sicuro.
D’altra parte prendendo decisioni già collaudate in passato, da un lato si prova a minimizzare l’impegno mentale e lo stress che ne deriva, dall’altro si trascurano quegli asset che al contempo offrono opportunità operative oltre ad un background formativo. In verità, è preferibile tenere a mente che se un titolo o una valuta ci hanno fatto guadagnare in un periodo precedente non è detto che lo debbano fare per forza anche in futuro, visto che le condizioni tecniche potrebbero essere sfavorevoli o insufficienti a definirne il setup grafico.
Ma veniamo al punto: a cosa serve effettivamente tutto questo panegirico ?
L’idea di base è che la consapevolezza sia il primo passo verso “l’equilibrio” dell’operatore finanziario: prendere coscienza delle trappole in cui possiamo cadere e riconoscere gli errori nel momento in cui stiamo per commetterli può aiutarci a interrompere gli automatismi mentali che possono pesare sul saldo trading, riuscendo così a evitare gli ostacoli o almeno a tenerne conto per limitare i danni.
Di Vincenzo Augello