Millennials e finanza
Gestire i soldi è necessario, utile, ma a volte può farci sembrare sgradevoli, noiosi e persino paranoici. È questo quello che pensa una nutrita schiera di ragazzi tra i 16 e i 25 anni recentemente intervistati da Money Advice Service, un servizio governativo britannico che fornisce consulenze finanziarie. L’indagine, documentata dal Financial Times, è stata condotta su giovani diplomati e laureati in procinto di lanciarsi nel mondo del lavoro. Ne è emerso che i millennials sono al corrente dell’importanza di dover risparmiare, ma in primis lo fanno per soddisfare urgenze a breve scadenza.

Appare che, se da un lato i giovani sono disposti a scendere a compromessi e a risparmiare rinunciando a desideri immediati, dall’altro tendono a non intuire quanto un’amministrazione attenta del denaro oggi possa facilitarli domani.
Il tabù del denaro
Dai dati ricavati da Money Advice Service salta fuori inoltre che quasi mai i ragazzi si affidano a professionisti del risparmio, preferendo il bricolage e, numerosissime app pensate per la gestione dei soldi restano molto poco utilizzate. Infatti, parlare di money management è spesso una seccatura per i millennials, che usano il denaro con disinvoltura e vivono il risparmio come un tabù o una questione privata da fronteggiare in autonomia.
Allo stesso tempo, però, i giovani non si sentono attrezzati per gestire le proprie finanze e molti di loro (l’85%) puntano il dito sulla scuola che non ha fornito gli insegnamenti necessari.
Nel dettaglio, un intervistato su cinque dichiara di non avere fiducia nelle proprie capacità di gestione del denaro e la quota sale a uno su quattro tra i giovanissimi (16-18 anni).
Il denaro di plastica, questo sconosciuto
Dalla ricerca è risultata poi una percezione negativa sulle carte di credito/debito. La maggior parte dei millennials non dispone di una carta di credito e ha una conoscenza molto limitata delle forme di credito. La ragione ? Da un lato c’è la convinzione che il tema sia complesso, che ci siano troppe cose da sapere, dall’altro una sorta di allarmismo esasperato ha reso i ragazzi ipervigilanti sui rischi legati al denaro digitale, tanto che molti di loro ne limitano l’uso preferendo il denaro fisico. Nonostante questo, molti giovani pensano che useranno il denaro di plastica in futuro, anzi, percepiscono il possesso di una carta come uno step verso l’età adulta.
Investire ? Per ora non se ne parla
L’idea di base è che sia totalmente inutile pensare a operazioni sofisticate per guadagnare, quando già si fatica a pagare le bollette e a mettere da parte qualche spicciolo. Ma è un approccio sbagliato: il vantaggio dei giovani, dal punto di vista degli investimenti, non è tanto il capitale che possono trattare, quanto la loro “speranza di vita”. In effetti, avendo davanti molti anni, il tempo gioca a loro favore, per cui sarebbe importante iniziare subito a studiare per mettere da parte qualcosa, anche poco alla volta, magari con un piano di accumulo o un portafoglio bilanciato che includa asset volatili (esempio: azioni, valute, cripto) e fondi a bassa esposizione di rischio (conti deposito, obbligazioni). In alcuni casi è davvero incredibile quanto possa fruttare, sul lungo periodo, il meccanismo combinato degli interessi da capitale e delle plusvalenze.
Di Vincenzo Augello