Quando non sai di non sapere
Si tratta dell’effetto Dunning-Kruger che deve il suo nome a due ricercatori della Cornell University, David Dunning e Justin Kruger, che lo hanno spiegato nel 1999 e secondo il quale capita che, chi è meno competente su un argomento, tende a non rendersi conto della sua incompetenza e a credere invece di essere un esperto. Tutto il contrario di quanto il buon Socrate nel quinto secolo avanti Cristo formulava con il suo aforisma “so di non sapere”.
Quando si è affetti da questa sorta di condizionamento interno, si corre il rischio non solo di dire delle corbellerie, ma, nel trading, anche di prendere decisioni di investimento sbagliate, di farle e di perdere un sacco di soldi. Rispetto a quel che già si sapeva ai tempi di Socrate, Dunning e Kruger hanno misurato la propensione degli incompetenti a sopravvalutarsi.
Lo spunto per un indagine sul fenomeno arrivò da un curioso fatto di cronaca. David Dunning lesse sul World Almanac del 1996 la notizia di un signore, McArthur Wheeler, che, colpito della trasparenza del succo di limone, concluse di poter far sua questa incredibile caratteristica spalmandoselo sul corpo, e , credendosi trasparente come il succo di limone, fece un paio di rapine. Purtroppo per lui, fu invece visto e riconosciuto.
Dunning sull’accaduto pensò: se quest’uomo è troppo goffo per fare il rapinatore, forse è anche troppo stupido per sapere di essere troppo stupido per fare il rapinatore. Ma è possibile, si domandò Dunning, misurare il grado di competenza che ognuno di noi crede di avere per poi confrontarlo con la nostra reale competenza? Istituì allora un progetto di ricerca con un suo laureando, Justin Kruger.
Le conclusioni della ricerca
Emerse che negli incompetenti la tendenza a sovrastimare le proprie capacità e a sottovalutare quelle degli altri era piuttosto pronunciata. Il che portava ad una successiva conseguenza: non solo gli sprovveduti sono incapaci di rendersi conto di quanto siano sprovveduti, ma, convinti di non esserlo, arrivano ad essere presuntuosi e soprattutto dannosi per sé e per gli altri. Avendo fiducia piena nelle proprie capacità, non solo non avvertono i loro limiti, ma faticano a riconoscere la competenza degli altri, sminuendoli.
Tuttavia, quando il “falso competente” accetta di mettersi in discussione e di andare incontro al sapere, registra un calo graduale della sua prosopopea all’aumentare delle informazioni e delle nozioni fondate che riceve. La fiducia in sé tornerà a salire nel momento in cui avrà acquisito un buon livello di conoscenze e di competenze.
L’effetto Dunning-Kruger applicato al trading e alla finanza
Nel suo più recente rapporto sulle scelte finanziarie delle famiglie italiane, la Consob ci informa che “in linea con le rilevazioni degli anni precedenti, la cultura finanziaria delle famiglie italiane si conferma molto contenuta”: il 21% degli intervistati non conosce neanche una delle nozioni di base come: inflazione, relazione rischio/rendimento, diversificazione, tasso di interesse, borsa, trading e solamente il 2% definisce in modo corretto questi concetti.
Ed è proprio qui che si annida l’effetto Dunning-Kruger: infatti, il 14% del campione ha evidenziato l’assenza di una corrispondenza logica tra conoscenze acquisite e conoscenze reali, nel senso che tendeva a sopravvalutare il proprio sapere. Una deviazione questa, che può avere ripercussioni non di poco conto sui portafogli e sui conti trading, già nel momento in cui si decide di ordinare un solo scambio con una piattaforma di trading. Insomma, il Dunning-Kruger può generare danni seri e, per evitare che ciò accada, l’unica cosa da fare è cominciare a mettersi seriamente in discussione.
Di Vincenzo Augello