
Trading online ed investimento online sono espressioni che distinguono due attività apparentemente simili e, in effetti, trader ed investitore sono commercianti di prodotti e strumenti finanziari.
Nelle banche d’affari il trader è un dipendente a contratto, un ruolo che implica aspetti diversi rispetto alle attitudini dell’investitore, che però convivono nella stessa persona, così come nella vita si può essere walker e runner, senza che ognuna delle due predisposizioni invalidi l’altra.
Ciò che accomuna trader e investitore
- Uso di strumenti finanziari
- Interesse per i mercati finanziari
- L’intenzione di eseguire investimenti da sé
Ciò che distingue trader e investitore
- Target finanziari
- Profilo di rischio
- Tipo di prodotti finanziari
- Timing
- Rapporto tra capitale utilizzato e capitale posseduto
Trader e investitore non sono quindi diversi dal come amministrano il denaro, perché entrambi sono attori del mercato finanziario, ma si distinguono invece dal profilo di rischio, dal timeframe utilizzato e da quanto capitale adoperano per singola operazione.
Il trader dunque quasi ogni giorno assume su di sè la responsabilità di un’esposizione alla volatilità più elevata e di finalità di profitti nell’immediato, termini che in finanza stanno ad indicare breve e brevissimo periodo.
Il trader può infatti aprire e chiudere una posizione (acquisto e/o vendita) di trading nel giro di pochi secondi oppure fino a qualche ora, se l’ambito di operatività è il brevissimo periodo, all’interno di una giornata e fino ad un paio di settimane nel breve periodo.
Il trader adopera inoltre solo una frazione del suo capitale, stimata attorno il 5 – 10 per cento della liquidità in possesso, escludendo dal computo eventuali beni immobili. L’investitore al contrario riversa una maggiore attenzione a target più consoni al suo futuro e/o a quello della sua famiglia, per cui punta ad obiettivi di più lungo termine e di mantenimento del valore reale dei risparmi.
Risultati questi ultimi che possono essere raggiunti mediante orizzonti temporali di investimento estesi, pari a uno, cinque o anche 30 anni, a fronte peraltro di rischi molto inferiori.
Sul versante statistico, la gran parte dei trader italiani ha un’età compresa tra i 35 e i 55 anni, ed include soprattutto imprenditori ed impiegati. Possiamo allora immaginarlo come un padre di famiglia con buone capacità d’uso delle tecnologie informatiche e dei computer, attento al denaro per ottimizzare quella parte dei rendimenti affidati a più lunghe scadenze.
In buona sostanza, a prescindere dalle singole finalità, sia l’investitore sia il trader dedicano necessariamente tempo allo studio e alla ricerca prima di provare ad ottenere il massimo dalle varie asset class messe a disposizione dalla CeFi e dalla Defi, questo perché la professionalità è requisito fondamentale per operare con i software di connessione ai mercati finanziari.
Di Vincenzo Augello